
Alla vigilia della fase 2 dell’emergenza sanitaria, se pure in vista dell’estate il governo studierà modalità per favorire il turismo interno, sarà molto difficile che possano riprendere feste e intrattenimenti di gruppo. Il rischio è che nel settore dell’animazione turistica vadano persi almeno 84 milioni di euro e che si trovino senza lavoro quasi 50 mila giovani tra i 18 e 25 anni.
L’animazione in Italia, secondo la stima fornita ad “Agenzia Nova” dalla Federazione imprese animazione e servizi turistici (Fiast) di Confesercenti, muove “circa 120 milioni di euro nei soli mesi estivi” e quest’anno, a causa del blocco delle attività dovuto all’emergenza sanitaria, “consideriamo di perdere almeno il 70 per cento dei servizi nell’ipotesi migliore e quindi di attivare i servizi solo al 30 per cento”, spiega Salvatore Siberia Belcaro, presidente della Fiast Confesercenti.
Sul fronte del lavoro, a rischio ci sono 7 persone ogni 10. “Stiamo considerando - prosegue - che contingentando gli accessi e svolgendo in forma ridotta alcune attività, laddove prima si utilizzavano 10 animatori, ne basteranno 3”. E su un totale di circa 70 mila animatori che sono impiegati nel periodo di massima affluenza stagionale, quindi nel mese di agosto, quasi 50 mila sono giovani tra i 18 e i 25 anni “che stando fuori casa per tre mesi e guadagnando qualcosa sgravano anche le famiglie di qualche spesa”, sottolinea il presidente di Fiast.
“Non abbiamo dati certi sul numero di animatori in Italia, non tutti usano le stesse regole - precisa Siberia Belcaro - e ci sono anche associazioni sportive e culturali che impiegano animatori, ma stimiamo che, al momento dell’apice, ad agosto, ci siano anche 70 mila persone impiegate tra il settore turistico e l’animazione territoriale.
Al momento è tutto azzerato. In prospettiva, se qualcosa si potrà attivare, pensiamo che ci sarà una riduzione dei servizi del 70 per cento ma molti stanno ragionando anche sull’opportunità di restare a casa, perché con il solo 30 per cento dei servizi in molti casi non si coprono neanche i costi di uffici e altre strutture, come i magazzini, in affitto e le spese vive che aumenteranno considerato che dovremo fare investimenti per la sicurezza e tutela della salute, degli operatori e dei clienti”.
La Fiast Confesercenti ritiene che si debba intervenire a supporto del comparto “prevedendo il credito d’imposta al 100 per cento per le strutture in affitto, come magazzini e uffici; abbassando l’Iva dal 22 al 10 per cento; approvando un Ccnl per l’animatore turistico e territoriale; prevedendo un credito d’imposta al 50 per cento degli importi investiti dalle piccole e medie imprese del settore in sicurezza, sanificazione e innovazione digitale”, conclude Siberia Belcaro.
Strlacio da Agenzianova